|
Ultimo paradosso della pubblica
amministrazione italiana Il
testo unico del regolamento del ministero della Giustizia 162 del 2000,
ritiene solo le sentenze irrevocabili, tali da ledere requisiti di
onorabilità e pregiudicare lo svolgimento delle proprie funzioni all’interno
di un’azienda pubblica. Nel caso poi di società quotate, come Leonardo, la
nuova Finmeccanica, che non hanno nemmeno adottato il regolamento etico
emanato nel 2013 dall’allora ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, una
condanna di primo grado non può essere mai causa d’ineleggibilità e
decadenza. Forte dello stato di diritto dalla propria parte, il Cda di
Leonardo, appena conosciuta la sentenza del tribunale di Viareggio che
condannava il presidente Moretti a 7 anni per omicidio colposo, gli ha
ribadito la sua piena fiducia. Nel caso non fosse abbastanza, la nota del Cda
si preoccupava di aggiungere che il tipo di reati per cui il presidente
Moretti era stato condannato, non inficiava minimante le funzioni da lui
svolte nella sua attuale carica. L’ultimo paradosso della pubblica
amministrazione italiana è che tu puoi essere ritenuto un pluriomicida alla
presidenza di un precedente ente statale e al contempo un dirigente
formidabile a capo di un’ azienda diversa. I curricula non c’è più bisogno di
presentarli quando le cariche e le prestazioni richieste sono così diverse.
Visto che la sentenza di condanna di primo grado gli è passata addosso come
una doccia tiepida, il dottor Moretti, non pensa minimamente a dimettersi e
non c’è stato nessun terremoto nella ex Finmeccanica. Ora se il dottor
Moretti lavorasse nel retrobottega di un frutta e verdura di sua proprietà,
potremmo anche capire che si voglia sperare in un nuovo giorno più fortunato,
che potrebbe sempre arrivare in appello, o in terzo grado. Il problema
purtroppo è che Leonardo è una realtà industriale globale nell'alta
tecnologia e un attore chiave nell' Aerospazio, Difesa e Sicurezza, con il
ministero delle Economia e Finanze del governo della Repubblica suo
principale azionista. Non riusciamo davvero a capire le credenziali di un
presidente che per quanto eccezionale possa essere sia stato condannato per
omicidio a sette anni. Se non altro, all’estero, saranno costretti a dire che
la sicurezza e la difesa dell’Italia sono poste nelle mani di un
pluriomicida. E’ vero che il governo riteneva la richiesta di sedici anni da
parte della pubblica accusa contro Moretti, un’esagerazione, ma anche sette
anni in primo grado, non sono proprio, come si dice, un buon biglietto da
visita. Per cui il solo fatto che Moretti sia ancora al suo posto un giorno
dopo la sentenza, è più che un’ombra su Leonardo, una molto più pesante sulla
credibilità del governo. Roma, 1
febbraio 2017 |
|